Recensione a Dragonland – La Terra dei Draghi
Delos Books è una casa editrice di media statura, ma con le idee chiare. Già da diverso tempo ha iniziato a dar respiro a giovani autori emergenti, pubblicando brevi romanzi fantasy nella collana Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri; ora, nella collana Odissea Fantasy, troviamo un titolo che a tutti gli appassionati del fantasy farà venire l’acquolina in bocca: Dragonland – La Terra dei Draghi.
Si tratta di un’antologia di racconti, curata da Franco Forte (autore del recente La compagnia della morte, edito da Mondadori), che racchiude nove storie il cui perno focale sono, appunto, i draghi.
Vediamoli uno per uno.
Il sortilegio del drago (di Irene Vanni)
È, tra tutti, il racconto più lungo, che apre l’antologia nel migliore dei modi. La scrittura è fluida e coinvolgente, e già dalle prime pagine siamo catturati dalle vicende dei due fratelli Kaba e Ormin, tra loro molto diversi ma entrambi ben determinati a trovare il modo per cacciare dal territorio il drago che infesta il loro villaggio, seminando morte e distruzione. Peccato che in quella faccenda vi sia lo zampino di una strega.
Estratto:
Quella! Era quella l’entrata della tana. Era quello che aveva appena scalato, il menhir che li avrebbe condotti alla salvezza. Ormai la bestia non avrebbe più potuto scorgerlo.
Se ne stava lì, immensa e orribile, con i suoi artigli e le sue squame verdi. Repellenti, le sue ali membranose e le narici dilatate, mentre, nel sonno, andava pian piano rilassandosi. Si era gettata su un fianco, esausta, in seguito alle razzie della giornata.
In un solo istante, Tived vide davanti a sé tutti i dolori che il drago aveva portato ai suoi cari e, col cuore in gola, compì il salto a cui si era preparato da tempo.