“Due occhi grandi” trionfa a USAM
Eccomi qui, stavolta sul gradino più alto del podio di Usam. Il mese di dicembre è stato sicuramente uno dei più agguerriti: molti racconti validi scritti da altrettanto validi autori e per questo ancor maggiore la soddisfazione di aver raggiunto la vetta.
Di seguito, la classifica finale della XXII Edizione (dicembre 2009):
1 – Due Occhi Grandi di Daniele Picciuti
2 – Las aventuras de Martin Torcetripas – Roba da ricchi di Alfredo Mogavero
3 – Modus operandi, sorrisi e lacrime di Roberto Bommarito
4 – Cavalli di Stefano Pastor
5 – Appuntamento al Buio di Matteo Valerio Carriero
Due occhi grandi è un racconto per me inusuale, in quanto per una volta ho abbandonato il genere sovrannaturale (sia esso in ambito horror, fantasy o sci-fi) per narrare qualcosa che potrebbe accadere a chiunque di noi; soprattutto, per denunciare una situazione al limite dell’umano (ma forse dovrei dire “disumano”).
Ci troviamo a Kinshasa, tra le vie lavate dal fango della bidonville, dove la povertà e l’ignoranza, miste alla superstizione e allo sciacallaggio di altri (occidentali e non), fa dei bambini degli individui fragili e temibili allo stesso tempo. Gli ndoki (i cosiddetti bambini stregone) vengono perseguitati dalla follia delle credenze popolari, animate dal ladrocinio delle Eglises du reveil (Chiese del Risveglio) e dall’indifferenza (o perggio condiscendenza) delle autorità.
Di seguito, riporto un brano del racconto:
Dopo quella che a me sembra un’eternità, il gruppo decide di muoversi. Veniamo trascinati fuori dalla casa e portati in strada. Una volta fuori, mi sorprende ritrovarmi nella via desolata, sotto una pioggia scrosciante che trascina nei canali di scolo ettolitri di fango liquido.
Mi aspettavo di trovare un assembramento di gente attratta dalle voci e dalle urla, invece nessuno sembra badare a noi, in parte per via del temporale, in parte perché scene come queste, quaggiù, sono all’ordine del giorno.
C’è solo un uomo ad aspettarci, vestito con un camice bianco. Tra le mani stringe un libro che potrebbe essere una Bibbia e ha l’aria solenne di chi stia per compiere un passo importante.
Mi giro a cercare la bambina, ma un gigante dallo sguardo inferocito, molto giovane in verità, mi afferra per le spalle e mi spinge via, gridando qualcosa nella sua lingua, facendomi cenno di andarmene.
Resto spiazzato, immobile al centro del boulevard, indeciso su cosa dovrei fare. Aliònor è circondata da sei persone, quattro uomini e due donne, tra cui la paffuta che ci ha scoperti. La spintonano, la insultano, qualcuno la schiaffeggia.
È assurdo come io non riesca a trovare la forza di andare da lei. È assurdo che io sappia di non poter far niente per aiutarla. Sono troppi.
Leggi il racconto sul forum di XII
E bravo! Complimenti