Archivio | gennaio 2010

“Queste mie catene”: quarto posto al Nero Premio

Il NeroPremio è un concorso gratuito di narrativa per racconti di genere Horror, Thriller e Fantastico (con tutte le relative sfumature: giallo, mistero, hard boiled, dark fantasy, dark sci-fi, ecc…), che si svolge quattro volte l’anno, nelle sue diverse edizioni: invernale, primaverile, estiva e autunnale.

Alla 37° edizione (estate 2009), vi ho preso parte con un racconto horror di ambientazione italiana. L’idea mi è venuta dopo aver letto di un castello infestato – o presunto tale – che sorge a Vicalvi, nel frosinate. La leggenda narra che tra le se mura diroccate  si aggiri lo spettro di una nobildonna nota come “La signora incantenata”. Qualche anno fa, dopo esser venuto a conoscenza di questa storia, feci un sopralluogo – ovviamente di giorno – ma della bella adescatrice di uomini, neanche l’ombra. Probabilmente, avrei dovuto farle visita di notte. Per saperne di più vi rimando al mio articolo su Art-Litteram.

Recentemente, rirpendendo in mano l’articolo, mi è venuta voglia di romanzare la vicenda, immaginando un gruppo di giovani scapestrati che si avventurano nel maniero nottetempo, andando incontro a un terribile destino. Ma non tutto è così semplice come sembra.

La storia non è comunque soltanto questo. La storia di fantasmi è un tassello di un mosaico più ampio, in cui incastrare la difficile esistenza della giovane protagonista, segnata da un’adolescenza tormentata. Violenze e abusi hanno fatto di lei ciò che è, una ragazza fredda, cinica, che troverà  nell’orrore più profondo, la forza per liberarsi dalle sue pesanti catene.

Queste mie catene ha ottenuto il riscontro della giuria, piazzandosi al quarto posto nella classifica finale.

Di seguito, un breve passaggio:

“Gira ancora su se stessa, ma c’è solo tenebra, profonda e vivida, un manto freddo che la avvolge, impedendole di vedere cosa si nasconde lì, accanto a lei. Qualcosa la afferra, tirandola a sé, e di colpo si ritrova a terra. Urla, dibattendosi, mentre le mani la toccano, le strappano i vestiti e la inchiodano al suolo. Continua a gridare, a gridare forte, tanto che la caverna le rimanda l’eco della sua voce, orrendamente distorta, più simile al raglio di un asino che alla voce di una rapper. Quel pensiero assurdo per un attimo le piega le labbra in un sorriso, sorriso che nessuno può vedere e che scompare dopo una frazione di secondo. Poi sono di nuovo le mani, che le strizzano i seni e le aprono le cosce. Nessuno parla, nessuno emette un fiato, ma lei sa chi sta facendo questo… lo sa. Come ha sempre saputo di suo padre, sa che cosa le stanno facendo e cosa le faranno.”

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Recensione di: Archetipi – le radici dell’immaginario

Nell’editoria moderna la qualità di un libro sembra aver perso importanza, soppiantata dalla quantità di opere che i piccoli e medi editori cercano di pubblicare per diffondere il proprio nome nella speranza, per lo più vana, di arrivare a più alti livelli.
Edizioni XII, a differenza di questi editori,  ha impostato i suoi piani editoriali sulla qualità delle sue opere e Archetipi – le radici dell’immaginario, ne è un esempio folgorante.
Copertina lucida e morbida al tatto, testi sottoposti a un’attenta revisione, tavole illustrate di notevole intensità a corredo dei racconti, temi che sono accomunati dalla presenza di archetipi tra loro differenti, ma tutti ben radicati nell’immaginario collettivo.
Stranamente, nonostante si tratti di un’Antologia, una volta terminata la lettura ci si rende conto che non si tratta della solita raccolta di racconti di autori i cui nomi, pur essendo noti a molti appassionati del genere, non possono definirsi ancora stelle del firmamento letterario italiano; dicevamo, stranamente, perché di norma un’antologia non ha molta presa nel pubblico dei lettori, a differenza del romanzo. Ma Archetipi non poteva che essere questo. Qualcosa di diverso avrebbe avuto un impatto differente, che non avrebbe raggiunto lo stesso risultato.
Dodici racconti che si fanno leggere come fossero aria che si respira. Dodici autori che hanno colto l’essenza degli archetipi trattati. In sostanza, dodici anime spogliate di ogni corazza, che si sono offerte agli occhi del pubblico, per farsi leggere in una simbiosi unica.
Ma quali sono questi archetipi?
Demone, diluvio,  golem, resurrezione, cannibalismo, uomo nero, sirena, erede, confini del mondo, natura ribelle, maschera, anima.
Vediamoli.

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