Ventottesima settimana di volo – residuo (riconteggio dei giorni)
Giorno 188
Ora so qualcosa in più.
Mi trovo a bordo della Libellula Azzurra, la nostra nave di soccorso.
Il dottore che ho visto ieri è Maxwell Linch. Per tutti il dottor Maxwell.
Da lui ho saputo di non essere l’unico sopravvissuto, ma quando gli ho chiesto di essere più preciso ha cambiato discorso.
Mi ha detto che ho bisogno ancora di un giorno per riprendermi.
Però mi ha fatto incontrare il comandante, Martin Forges.
E’ un Imperiale, lo conosco di fama. Lo ammirano in molti per il suo coraggio e le innumerevoli vittorie contro le legioni oscure.
Mi ha detto di stare tranquillo, che domani saprò tutto.
Nina Nemec.
Yama Watanabe.
Michael Shane.
Dove siete? Non ho mai pregato così tanto come adesso… Nina, Dio… fa che almeno lei sia viva…
Giorno 189
Quello che ho scoperto mi ha sconvolto.
Io… io ancora non riesco… non riesco a crederci.
Oh mio Dio, perché? Perché sono vivo? Perché sono ancora vivo?
Ho conosciuto l’equipaggio. Fin qui posso scrivere.
E’ un piccolo equipaggio. Oltre il comandante Forges e il dottor Maxwell, della Cybertronic (la parte integra, così dice lui) a bordo c’è Francisco Navarra, Mistico della Fratellanza, e un mercenario di nome Michail Vov.
Non ho parlato con loro, non ancora. Dopo quello che ho saputo, non ho nessuna voglia di conoscerli… non mi interessa.
Intanto vorrei dire che la Croce del Nord non c’è più.
L’hanno lasciata nello spazio profondo innescando la bomba nucleare che hanno trovato nella stiva… e l’hanno fatta esplodere, con tutto il suo maledetto carico di morte…
Ci hanno prelevato quando eravamo ormai del tutto impazziti, hanno avuto seri problemi a calmarci e alla fine hanno dovuto addormentarci con delle frecce narcotizzanti.
E così sono qui, ancora vivo.
Quanto agli altri…
Giorno 190
Oggi ho saputo che stiamo andando su Nero.
Dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che hanno visto, stanno continuando la nostra missione… è da non crederci.
Ho parlato con Forges, gli ho detto che è una follia… e quello che ho letto nei suoi occhi è stata piena comprensione.
“Lo so” mi ha risposto “ma io eseguo solo gli ordini dell’Alleanza”.
Non posso crederci…
Più tardi ho percorso il corridoio della zona ospedale, fino alla stanza in fondo.
Ho aperto piano…
Sul letto, Nina riposava in silenzio.
Le sono andato vicino, le ho guardato il braccio. Il braccio mancante.
il moncherino mi ha fatto balzare il cuore in gola… e le lacrime agli occhi.
Sul letto di fronte, Michael Shane aveva gli occhi aperti e mi guardava senza parlare.
“Che cosa abbiamo fatto?” sono riuscito a dire.
Ha girato lo sguardo sul letto accanto al suo, dove giaceva Yama… ma Shane non mi ha risposto.
Yama Watanabe era tenuto in vita da una macchina. Privo di entrambe le gambe e di un braccio, versava in un coma vegetativo senza uscita.
“Che cosa abbiamo fatto?” ho ripetuto ripensando all’orrore dei giorni oscuri.
Giorno 191
La memoria mi torna a sprazzi rossi… dipingendo nel sangue scenari apocalittici di sevizie e cannibalismo assurdo…
Cannibalismo…
Le nostre bocche assetate di sangue, i nostri denti affamati di carne… di carne umana… io e Shane che assaliamo Yama, strappandogli gli arti dal corpo con i nostri pugnali, sfruttando la sua pazzia… la sua stessa sete di sangue… la sua stessa fame di carne… le sue stesse parole che urlavano “Mangia! Mangia! Il cuore! La carne! Mangia!” e poi la voce di Shane: “Taglia la carne a pezzi piccoli e succosi, da mangiare!” e la mia voce: ” Ti adoro mio signore delle tenebre, dei sogni, Muawijhe… a te obbedirò, come la fiamma al vento mi spengo per te, mi accendo per te… guidami! Guida la mia mano nel sangue!” e la voce di Nina inneggiare: “Morte! Sangue!”.
E poi, una volta sazi dei suoi arti… la nostra fame si è diretta verso Nina…
Poi, da quello che mi hanno raccontato, Michail Vov è stato il primo ad arrivare. Mi ha afferrato mentre cercavo di tagliare l’altro braccio a Nina e mi ha scaraventato contro la parete.
Non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fermato.
Per aver salvato Nina. La mia Nina…