Jessica Jones: una di noi

jessica-jones-1Netflix ha rilasciato da poco la seconda stagione di Jessica Jones e io sono qui a parlarvene, perché, certe volte, bisogna farlo. Della Marvel abbiamo potuto vedere supereroi in quantità. Da Iron Man in poi, di tasselli ne sono stati messi tanti, quasi tutti a incastro in modo da definire un mondo unico capace di racchiudere tante storie diverse, rese leggenda dalle gesta eroiche di ognuno di quei personaggi originati dai fumetti. Al cinema come in Tv, la Marvel ha messo in campo ambientazioni fantastiche ed eventi catastrofici in quantità.

E se tra gli Avengers del cinema e i Defenders della Tv, la differenza è netta – eroi goliardici impegnati a salvare il mondo i primi, anti–eroi devastati dai propri demoni i secondi – ancora più netto è il distacco tra i vari Daredevil, Iron Fist e Luke Cage da una parte e Jessica Jones dall’altra.

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Jessica ha un passato tragico come Matt Murdock, la testardaggine di Danny Rand e la forza di Luke Cage ma, a differenza loro, non ha nessuna voglia di aiutare gli altri. O meglio, se lo deve fare okay, ma tanto vale farsi pagare per questo, e così ecco la Alias Investigazioni, la sua agenzia da detective.

La routine della nostra Jessica è la solita: sveglia tardi, o quando capita, un cicchetto del buongiorno, poi alla scrivania a controllare la posta, un’occhiata ai suoi casi, si esce per indagare e fare domande in giro e – se possibile – spaccare qualche muso, sosta al bar dove affogare la propria frustrazione, scattare qualche foto appostata nell’ombra di un vicolo o di un balcone, una scopata se capita,  e con chi capita, e rincasare tardi, per poi terminare la giornata scolandosi una bottiglia di whisky e collassare ubriaca sul letto.

Questa è la nostra eroina. O anti–eroina.

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Eppure… Krysten Ritter è di una bravura eccezionale. Se provate a seguirla su Instagram, la vedrete sempre sorridente, tutta in tiro in occasione dei grandi eventi, con una nuova frangetta e il suo cagnolino spelacchiato al seguito, insomma, la classica star di Hollywood da red carpet. E forse anche qualcosa in più, visto che ha da poco pubblicato Bonfire, il suo primo romanzo thriller.

Beh, Jessica Jones è invece una persona del tutto diversa – come deve essere, chiariamo – e Krysten Ritter riesce a darle uno spessore dannatamente reale. Ogni sguardo, ogni smorfia, ogni bicchiere di whisky, ogni cinica battuta, tutto delinea un personaggio che davvero non ha nulla a che vedere con chi la interpreta. Risulta credibile in ogni suo singolo aspetto.Screen_Shot_2017_12_09_at_5.18.58_PM

E, anche quando la sceneggiatura non ci regala grandi emozioni e rischia, a volte, di annoiare – nella seconda stagione più che nella prima – Jessica ci calamita nel suo mondo interiore, nella lotta intestina che la divora, nel suo decidere cosa essere, da che parte stare, se aiutare il prossimo o se stessa, se accettarsi per ciò che è o rinnegarlo.

Certo, la vita di Jessica non è facile. Se nella prima stagione il villain di turno – Killgrave, interpretato da un grande David Tennant – mina la sua stabilità mentale, la sua autostima e le persone che ama, nella seconda è il suo passato a minacciare Jessica e tutto ciò che lei rappresenta, per sé e per gli altri, al punto da allontanare quelle stesse persone per le quali aveva lottato così tanto. È così che rischia di perdere le uniche due persone che contano davvero per lei: la sua amica/sorellastra Trish (Rachel Taylor) che per lei farebbe di tutto – forse anche troppo – e il suo braccio destro Malcolm (Eka Darville), spesso impegnato più a restaurarle l’appartamento che ad assisterla nelle indagini. Completa il cast Carrie–Anne Moss nei panni di Jeryn Hoghart, avvocato di grido invischiata un po’ con tutti i Defenders.

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Suggestiva anche la sigla di apertura, dove una musica lenta accompagna immagini disegnate in movimento, e si fa man mano incalzante, fino a quando si delinea il profilo di Jessica, e il suo occhio aperto che guarda, che può avere più di un significato: come lei osservi il mondo che la circonda, come il suo sguardo indagatore analizzi i crimini nella sua città, o come lei sia in grado di vedere cose di cui nessun altro si accorge.

Jessica Jones  è, di fatto, un noir, e la parte supereroistica risulta marginale, perché così deve essere. Quando Jessica sradica uno sportello o sfonda una porta, lo fa perché è arrabbiata, perché il suo non sapere chi è davvero la condiziona al punto da portarla a usare i suoi poteri spesso a sproposito. E il suo trattare male gli altri, anche chi non se lo merita, denota ancor più queste sue debolezze.

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Jessica è una di noi, non è un supereroe, ma una qualunque con dei poteri. La sua vera forza, a ben vedere, è la sua volontà nel persistere, nell’andare avanti nonostante tutto e tutti, nel non arrendersi mai, neppure quando è lei stessa il suo nemico più grande. Ma è proprio tutto questo, a mio avviso, a fare di lei il miglior personaggio di tutto il pacchetto Marvel.

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Informazioni su Daniele Picciuti

Ultime pubblicazioni: Ritorno alla Mary Celeste (Dunwich Edizioni, 2013) I racconti del sangue e dell'acqua (Bel-Ami Edizioni,2011), Uomini e spettri (racconto in antologia, Bel-Ami Edizioni), Mistero (racconto in antologia, Il Mondo Digitale Editore). Presidente Ass.ne Cult.ne Nero Cafè Capo Redattore Magazine Knife Vice-responsabile Nero Press Edizioni

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