Decima settimana di volo
Giorno 63
Oggi sto un po’ meglio, anche se ho difficoltà ad appoggiare la gamba. Per ora mi aiuto con una stampella. Yama ha recuperato bene, la sua è una ferita superficiale.
Chi invece ha problemi è il comandante. E’ ancora molto debole e riesce appena a parlare.
In sua assenza dobbiamo decidere il da farsi e il secondo in comando, dopo la morte di Neville, è il Jito.
La sua prima decisione è stata quella di controllare la nave pirata. Se ne sono occupati Shane, Uber e Lowell. A bordo non c’era nessuno e non hanno trovato elementi utili ai fini delle nostre indagini. Così sono tornati a bordo e hanno staccato il ponte di collegamento, lasciando andare la Dark Sun alla deriva nello spazio.
Yama ritiene che dovremmo avvisare l’Alleanza dell’accaduto, ma non prima di aver torchiato Chavez.
Shane ci ha spiegato che Jackal, così si fa chiamare il pirata, è uno duro più dell’acciaio, che non si piega e non si spezza. Non parlerà mai, qualsiasi tortura ci verrà in mente… e non si venderà nemmeno per il doppio, poiché per un pirata è una questione d’onore e di reputazione portare a termine un lavoro.
L’unica speranza è che Nazoko si riprenda e possa sondare nella mente di Chavez in cerca di informazioni.
Il fatto è che per il momento, Nazoko è fuori gioco.
Yama ha così deciso di aspettare due giorni ancora. Se il comandante non si sarà ripreso, avvertiremo l’Alleanza.
C’è solo una cosa che m’inquieta: in quella cassaforte sono successe strane cose… non vorrei vi fossero rimasti influssi venefici del fungo.
Non vorrei accadesse il peggio.
Giorno 63 – seconda parte
Abbiamo fatto i turni di guardia davanti alla cassaforte in modo da tenere costantemente sotto controllo il prigioniero.
Lo abbiamo sentito muoversi e canticchiare.
Nazoko oggi ha mangiato del brodo freddo. Sta migliorando.
Tra noi abbiamo parlato poco.
Siamo tutti tesi e confusi. Troppo confusi.
Giorno 64
Abbiamo rimandato di un giorno ancora il test-Nazoko. ll comandante oggi stava meglio ma ci ha chiesto di attendere domani. Sarà abbastanza in forma da tentare una lettura mentale, ma non oggi… è ancora debole.
Sono passato davanti alla cassaforte poco fa.
Ero insieme a Shane.
Il sangue mi si è gelato dentro quando ho sentito la voce di Chavez.
“Progetto Executive… lo so, lo so… sì, sarà fatto. Va tutto come previsto…”
Ho guardato Shane.
Era sorpreso quanto me.
“Cos’è il Progetto Executive?” mi ha chiesto ” E con chi diavolo sta parlando Chavez?”
Abbiamo chiamato gli altri a raccolta e abbiamo aperto la cassaforte.
Chavez era seduto in un angolo con un sorriso abbagliante stampato sul volto. Sono entrato con la torcia e l’ho illuminato dalla testa ai piedi.
Era nudo, il corpo avvizzito, i vestiti in un angolo… accanto un piccolo oggetto: il NOSTRO MALEDETTO FRAMMENTO DI ASTEROIDE!
Avevamo scordato di somministrargli le pillole per l’insonnia… ma era lì dentro da soli due giorni… e quel frammento… QUEL FRAMMENTO!
Qualcuno era entrato e gliel’aveva messo accanto con uno scopo ben preciso: CONTAMINARLO.
Giorno 65
Abbiamo tirato fuori il prigioniero dalla cassaforte e lo abbiamo chiuso nel laboratorio. Legato e imbavagliato, Lowell lo ha sottoposto ad accertamenti. In serata c’è stato il responso: gli stessi geni oscuri che infestavano Neville ora sono in lui.
Il fungo lo ha contagiato.
Un’ora fa Ibrahim Nazoko si è seduto di fronte a Chavez in sala mensa e gli è entrato nella testa.
Ho visto coi miei occhi il pirata urlare in modo agghiacciante… ho sentito urla simili solo nelle stanze di tortura dell’Impero…
Alla fine ha cominciato a farneticare di una missione, di così tanto denaro da seppellirci sotto una montagna… ovvero il suo compenso per quella missione… recuperare il Gene Oscuro.
Un campanello d’allarme mi ha scosso.
Il secondo emissario poteva essere lui? O si trattava del contatto esterno?
Ma come poteva Nazoko dover consegnare il frammento a Chavez?
Era quasi morto nello scontro a fuoco…
Ho guardato attentamente il comandante e mi sono reso conto che sudava freddo. Chavez intanto aveva smesso di urlare… e Nazoko si è rilassato sulla sedia.
Nina gli ha chiesto cosa avesse scoperto.
il comandante ha risposto che Chavez doveva consegnare il frammento di asteroide ai suoi mandanti. Chi fossero i mandanti però, non era dato saperlo. Neppure Chavez lo sapeva. Era stato contattato in segreto da anonimi e sulla base di un anticipo esorbitante aveva accettato l’incarico.
Dove e come avrebbe dovuto consegnare il frammento era un’incognita che solo il mandante avrebbe svelato quando si fosse deciso a contattarlo.
E se Nazoko avesse avuto addosso il frammento durante lo scontro a fuoco? Se glielo avesse consegnato e Chavez in cambio gli avesse sparato tradendo la sua fiducia? O se gli avesse sparato di striscio per non ucciderlo ma creandogli così un alibi? Allora perché adesso Nazoko aveva diffuso quelle informazioni? Potevano essere false?
Forse conosceva benissimo i mandanti. Forse entrambi li conoscevano.
Provare tutto sarebbe stato impossibile.
E’ impossibile, almeno sulla base di ciò che so.
Certo, se Nazoko avesse dato il frammento a Chavez, questo spiegherebbe come mai stava nella cassaforte...
Eppure qualcuno di noi doveva averlo perquisito prima di farlo entrare…
ma chi se ne era occupato?
Non riesco a ricordarmelo.
Oh sì, invece. Io.
Sono stato io. E non aveva niente addosso.
Niente…
Giorno 66
Teniamo Chavez nella cabina di Uber. Uber si è sistemato nella cabina di Lowell, dove abbiamo approntato un giaciglio un po’ grossolano. Uber non dorme quasi mai e quando lo fa, se ne sta in piedi. Dunque è giusto per una stupida questione di umana moralità che gli abbiamo dato un letto.
Lo stesso Lowell sembrava divertito dalla cosa.
Chavez è sottochiave. A turno sorvegliavamo la porta.
Non possiamo tenerlo in cassaforte, non ci fidiamo più di quel buco oscuro. C’è qualcosa di marcio lì dentro.
Nazoko si sta riprendendo rapidamente ormai. Oggi ha contattato l’Alleanza e ha riferito quanto successo.
I consiglieri gli hanno raccomandato di tenere in vita Chavez fino al nostro ritorno. Subirà un processo e sarà interrogato fino a che non sputerà i nomi dei suoi mandanti, anche se non li conosce.
Chavez mi fa paura.
Mi fa paura il suo aspetto, mi ricorda Neville.
Il frammento intanto è di nuovo sotto vetro, solo che stavolta ho preso una piccola iniziativa personale.
Tra la mia attrezzatura ho una serie di vecchie cimici e un rilevatore a distanza. Ne ho piazzata una nel frammento, in un piccolo pertugio nella roccia. Se lo rubano ancora, io lo troverò.
Giorno 67
Shane è venuto da me oggi, dicendomi di aver chiesto in via privata al comandante cosa fosse il Progetto Executive.
Gli ho chiesto perché lo avesse fatto, e lui ha risposto che il comandante come tale poteva avere informazioni riservate che noi non abbiamo.
Nazoko però è quasi impallidito e ha risposto di non saperne niente. Quando Shane gli ha spiegato dove l’aveva sentito, Nazoko è impallidito ancor di più.
Questo conferma i miei sospetti su di lui.
Stavo per confidare tutto a Shane, ma ancora non so se posso fidarmi.
Devo aspettare ancora.
Giorno 68
Chavez non mangia, non beve e non dorme. Non vuole nemmeno parlare.
Se ne sta tutto il tempo nella sua cabina immobile, poiché da fuori non si sentono movimenti.
Rifiuta anche le pillole per l’insonnia.
Sta diventando identico a Neville…
Giorno 69
Nina mi ha detto di aver sentito parlare Chavez come se avesse un interlocutore. Stava dicendo qualcosa come “andrà tutto bene, domani terminerò il mio compito”.
Abbiamo riferito la cosa al comandante, che tuttavia ritiene Chavez un povero pazzo. Comunque ha acconsentito a raddoppiare la sorveglianza, per cui da stanotte resteremo svegli a coppie.
Dobbiamo tenere d’occhio il frammento. Aver piazzato la cimice in parte mi tranquillizza, ma non completamente.
Ho come l’impressione di aver tralasciato qualcosa… ma cosa?