Undicesima settimana di volo

Giorno 70
Ultimo turno di guardia: Uber e Lowell.
Siamo stati svegliati tutti all’alba dalle grida del dottore…
Sono balzato giù dal letto e mi sono precipitato a vedere con addosso solo un paio di calzoncini e la pistola nella mano.
Giunto nel corridoio, ho visto qualcosa che mi ha gelato il sangue…
Chavez giganteggiava sopra Lowell in modo spropositato… il suo corpo era gonfio e scuro, solcato da striature che lo rendevano simile a corteccia… i suoi capelli erano diventati di color bianco-sporco e gli arrivavano fino al bacino. Il volto era deformato, gli occhi insanguinati di rosso e i denti ingialliti. Teneva Lowell sotto di sé, premendo con le enormi mani sulla sua testa. Il dottore gridava come un pazzo.
A terra c’era Uber. Aveva una gamba divelta e scuoteva meccanicamente la testa emettendo un suono indecifrabile.
“Fermo, Chavez!” Ho intimato puntandogli contro l’arma.
Distava circa nove metri da me, ma lo avrei centrato in fronte senza problemi…
Chavez mi ha guardato. Ha sorriso.
E la testa di Lowell si è accartocciata come fosse un frutto marcio.
Ho urlato per l’orrore e ho aperto il fuoco contro quel mostro.
I proiettili si sono conficcati nella pelle di Chavez senza riuscire a andare fino in fondo. Quella strana corteccia che lo ricopriva riusciva a fermarli.
Ho posizionato la funzione di sparo sul laser e ho ripreso a sparare, nello stesso momento in cui Yama e Nina sopraggiungevano dal corridoio laterale.
Il laser ha creato delle grosse bruciature sul petto impenetrabile del pirata, senza attecchire oltre.
Accanto a me Yama ha estratto la spada e si è catapultato verso di lui.
Volevo dirgli di aspettare, ma poi ho pensato che il Jito sapesse quello che stava facendo.
E’ arrivato a ridosso a Chavez e il pirata si è fatto sotto cercando di afferrarlo. Yama ha proseguito la corsa scivolando sotto di lui, riuscendo ad arrivargli alle spalle. Si è rialzato e ha lasciato partire il suo fendente con un movimento fluido e fulminante.
La spada ha aperto un solco profondo nel collo di Chavez, ma senza riuscire a penetrarlo completamente.
Yama è rimasto sorpreso… ma anche Chavez. Il suo grido di dolore ci ha dato una scossa a cui non potevamo non reagire.
Mentre anche Shane e Nazoko comparivano dall’altra parte del corridoio, Nina ed io abbiamo nuovamente aperto il fuoco, mirando alla testa di Chavez.
Il suo cranio indistruttibile è stato crivellato di colpi fino a quando finalmente non si è aperta una breccia e il suo cervello è schizzato fuori come una frittata sgusciata da una padella.
Chavez è rimasto un momento in piedi, immobile. Poi è crollato al suolo inerte.
Ci siamo avvicinati tutti con la morte nel cuore.
A terra c’erano due corpi senza testa e un robot che avrebbe avuto bisogno di una buona messa a punto che sfortunatamente solo lo stesso Lowell avrebbe potuto effettuare.
“Lo vedete tutti?” Ha chiesto Nina “Bryan, è quello che penso? E’ un Eretico?”
“Credo di sì.” Ho risposto.
“No invece” Si è inserito Nazoko “Non credevo accadesse in questo modo, il contagio, voglio dire… il potere corruttivo di quel germe è enorme, più di quanto avessimo mai pensato…
“Che intende dire, comandante?” Ho chiesto facendomi avanti.
“Quello che vedete… è un maledetto NECROMUTANTE!”

Giorno 71
Finalmente oggi il comandante Nazoko ci ha svelato il suo segreto.
Dopo aver portato i corpi nelle altre due celle frigorifere giù nell’obitorio, ci siamo radunati in sala mensa.
Nazoko ci ha spiegato di aver ricevuto un incarico segreto dal Cardinale di Luna in persona. Avrebbe dovuto raccogliere uno o più campioni infetti dal Gene Oscuro e consegnarli a Lowell affinché li studiasse e desse il benestare per il trasporto ai laboratori segreti della Cybertronic. Esiste un’alleanza segreta tra Fratellanza e Cybertronic che tale deve restare affinché le altre corporazioni non mettano le mani sui segreti che condividono. Neville era al corrente di tutto e avrebbe dovuto assisterli in questa missione.
Purtroppo qualcosa era andato storto. Il Progetto Executive aveva subito una svolta inaspettata quando la Croce del Nord era stata colpita da quei frammenti asteroidali. Neville era stato contagiato purtroppo, ma questo aveva anche accelerato i tempi. Così quando Nazoko aveva comunicato l’accaduto all’Alleanza, di fatto anche il Cardinale era stato informato. Lowell e Nazoko avevano poi architettato il diversivo dell’incendio per trafugare il frammento e continuare quindi col loro piano. A quel punto però le cose erano andate diversamente da come dovevano andare. La Croce del Nord doveva essere contattata dalla nave di Chavez, che avrebbe dovuto simulare un’avaria e durante l’incontro Nazoko gli avrebbe poi consegnato il campione.
Ma quando erano stati attaccati, Nazoko aveva capito che Chavez doveva avere altri piani. Forse qualcuno lo stava pagando più profumatamente della Fratellanza… anche se era davvero difficile crederlo.
Ho fatto notare a Nazoko di aver letto il foglio che parlava del Progetto Executive, chiedendogli cosa significasse “in caso di necessità trasportare il Gene DENTRO uno dei due emissari” e chi fossero questi emissari. Naturalmente erano Neville e Lowell. In caso di bisogno avrebbero dovuto sacrificarsi e farsi infettare. Poi Nazoko li avrebbe chiusi nella cella frigorifera in modo da conservarli per quando la Cybertronic vi avesse messo le mani sopra.
Eravamo tutti allibiti.
Per quanto mi riguarda, non tutti i miei dubbi sono sciolti.
Ad esempio, non so ancora chi mi abbia messo davanti alla porta quel biglietto che parlava di Nina. Non so cosa ci nasconde Yama.
Non so se possiamo fidarci di Nazoko.

Giorno 72
Oggi per la prima volta da quando sono a bordo, ho conosciuto Ibrahim Nazoko. Il comandante era molto scosso. Mi ha chiesto se potevo aiutarlo a prendere una decisone importante. AIUTARLO.
E’ la prima volta che chiede aiuto a qualcuno.
Lui che sembrava non aver mai bisogno di niente e di nessuno…
Mi ha raccontato una storia… mi ha detto di come lui, da bambino, veniva schernito per il colore scuro della sua pelle… e di come sia riuscito a difendersi nel corso degli anni da coloro che lo schernivano… e di come sia entrato nella Fratellanza per dimostrare al mondo quanto forte fosse.
Ma ora, quella forza si era affievolita.
Voleva sapere se, secondo me, avremmo dovuto espellere fuori bordo i corpi infetti.
Naturalmente gli ho detto che sarebbe stato stupido non farlo. Ha esitato, ricordando che la Fratellanza gli ha dato un compito che non può non portare a termine.
Gli ho ricordato che c’era sempre il frammento infetto sotto vetro.
Si è alzato e ha detto che ci avrebbe pensato.
Senza aggiungere altro se ne è andato, lasciandomi a riflettere.
Che io lo abbia giudicato male?

Giorno 73
Oggi è l’ultimo dell’anno. Qui a bordo non c’è molta voglia di festeggiare, tuttavia Shane ha insistito affinché lo facciamo. Ha preso dal magazzino delle riserve due bottiglie di champagne, due torte di gelato artificiale e due pasti completi liofilizzati. Meglio che niente…
Nazoko ha annunciato la sua intenzione di espellere nello spazio i corpi infetti. Voleva farlo stasera ma poi i preparativi della festa lo hanno convinto a rimandare a domani.
Tirando le somme, direi che non è stato un grande anno… e quello che segue non si preannuncia certo favorevole.
C’è il nero più nero nel nostro futuro… Nero, come il pianeta che sarà la nostra tomba.

Giorno 74
Orbita di Saturno.
Siamo di nuovo nel panico.
Oggi siamo scesi nella sala dell’obitorio per caricare i corpi nella cabina di espulsione. C’erano tutti, tranne uno.
Quello di Neville era scomparso.
SCOMPARSO.
Il comandante era allibito.
Ho chiesto se fosse stato possibile aprire la cella dall’interno, nel caso Neville fosse stato vivo, e lui mi ha risposto che è impossibile.
Primo, nessuno sarebbe potuto sopravvivere in quella cella per tutto questo tempo… e poi, nessuno potrebbe aprirla dall’interno.
Dunque qualcuno aveva aperto la cella e portato altrove il corpo.
Siamo andati in laboratorio e abbiamo riattivato Uber, almeno la sua parte mnemonica. Gli abbiamo chiesto se era al corrente dell’accaduto.
Harisposto di sì.
Gli abbiamo chiesto chi avesse aperto la cella.
James Lowell, è stata la risposta.
Gli abbiamo chiesto perché.
Ha risposto che la sua missione prevedeva la conservazione dei campioni del Gene Oscuro e per questo ha ritenuto opportuno nascondere il corpo per evitarne l’espulsione.
Gli abbiamo chiesto dove fosse ora il corpo.
Lowell non gliel’ha mai detto.
Nel pomeriggio abbiamo espulso gli altri corpi nello spazio.
Poi abbiamo iniziato le ricerche del cadavere di Neville, lasciando Uber attivo in laboratorio con l’ordine di collegarsi al computer di bordo per scandagliare attraverso i circuiti di rilevamento interni eventuali oggetti estranei.
La ricerca è continuata fino a sera, inutilmente.
Quando siamo tornati in laboratorio, Uber era in piedi e aveva di nuovo gli arti funzionanti.
Nazoko gli ha chiesto come fosse possibile.
Uber ha risposto di aver trovato nella propria memoria un programma di autoriparazione che ha attivato prontamente appena ha ritenuto fosse in grado di avere abbastanza energia per farlo.
Ora cammina e si muove in modo goffo, ma almeno ha riacquistato la sua autonomia. Questo è un bene, Uber potrà esserci utile per tutte le questioni tecniche e scientifiche.
Tuttavia non ha rilevato nulla di anomalo all’interno dell’astronave.
Yama si è offerto di controllare l’esterno, anche se questa eventualità, considerato che Neville è morto, ci è parsa del tutto inverosimile, al punto da dubitare che fosse il caso di andare.
Nazoko l’ha comunque autorizzato a uscire.
Yama è stato fuori da solo per quindici minuti, senza trovare nulla.
Al suo rientro, era chiaro che doveva esserci un posto dove ancora non avevamo controllato… e dove i rilevatori della Croce del Nord non penetravano.
E’ stato lampante per tutti.
La cassaforte !
Ci siamo precipitati là… ma l’abbiamo trovata chiusa. Sigillata.
Il comandante ha cercato le chiavi… finché non si è reso conto di non averle più.
Le abbiamo cercate a lungo, inutilmente.
Questo ci porta a pensare che Lowell le abbia nascoste chissà dove in modo che nessuno tranne lui potesse trovarle.
Siamo rimasti a lungo in circolo a fissare la cassaforte, chiedendoci se fosse proprio lì dentro il cadavere di Neville.
Sembra quasi che non riusciamo a liberarci di lui.
La cosa è in qualche modo inquietante.

Giorno 75
Ho trovato Nina seduta in un angolo stamattina, che fissava la cassaforte. Le ho domandato come si sentiva, se stava bene… mi ha risposto di sì, anche se era chiaro il contrario.
Più tardi Michael Shane è venuto nella mia cabina per parlare.
Mi ha domandato se secondo me sia il caso di continuare con la missione.
Gli ho detto che gli ordini li dà il comandante, ma lui ha insistito per sapere se a parer mio abbiamo delle possibilità, se dopo tutte queste cose andate storte, questi incidenti, questi morti… la missione non sia in qualche modo maledetta e quindi destinata a fallire.
Non sono riuscito a rispondergli.

Giorno 76
Giornata grigia. Abbiamo parlato tutti poco.
Il comandante ci ha ragguagliato su una comunicazione dell’Alleanza secondo la quale, dopo aver ascoltato con amarezza gli ultimi sviluppi, noi non ci stiamo comportando secondo le loro aspettative.
La cosa ci ha disgustato, fatto ridere, lasciato indifferenti… insomma ci ha smosso diverse emozioni, anche contrastanti… ma alla fine ci ha soprattutto avvilito.
Cosa credevano… che non lo sapessimo già?

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Informazioni su Daniele Picciuti

Ultime pubblicazioni: Ritorno alla Mary Celeste (Dunwich Edizioni, 2013) I racconti del sangue e dell'acqua (Bel-Ami Edizioni,2011), Uomini e spettri (racconto in antologia, Bel-Ami Edizioni), Mistero (racconto in antologia, Il Mondo Digitale Editore). Presidente Ass.ne Cult.ne Nero Cafè Capo Redattore Magazine Knife Vice-responsabile Nero Press Edizioni

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