Archivio | aprile 2011

Recensione: Scream 4

Ci risiamo, la trappola dei sequel continua. In questo caso, come recita lo slogan del film, le regole sono cambiate. Uno slogan, appunto, che si diverte a prendere in giro i film horror e la loro prevedibilità. Quello che stupisce è come, in realtà, lo stesso Scream 4 risulti del tutto prevedibile. Alla fine non è che un remake dello Scream originale, con opportuni accorgimenti per mascherarlo ma, si sa, un fan dell’horror è difficile da ingannare.
Peccato perché, fino a dieci minuti dalla fine, si intravedeva uno spiraglio, la possibilità di uscire totalmente fuori dagli schemi, con un finale a sorpresa non nel contenuto ma nel suo sviluppo più estremo. Ma potevano Wes Craven e tutta la produzione permettersi di fermare qui una delle serie più gettonate degli ultimi anni? Potevano permettersi di rinunciare agli incassi di altri futuri sequel? Evidentemente no.Eppure eravamo vicini. Uccidere Sidney Prescott e darla bere a Linus e a Gale. Fregare tutti quanti. L’assassino, in questo caso, era vicino a farla franca.

Sguardo sul Festival Dieci Lune

Spaccanapoli.

Gente che va e che viene, botteghe stracolme di oggettini creati ad hoc per i turisti. Maschere, piatti, calamite, statuette, maglie del Napoli, ogni sorta di attrattiva sbandierata un passo dopo l’altro. C’è un delizioso negozietto a un certo punto, sopra un’insegna con scritta rossa su fondo bianco: L’ospedale delle bambole.

Da sinistra: A. Rotondi, F. Perchiazzi, D. Picciuti, Iago

Tutto è molto tipico in questa parte della città. Pare di muoversi in un affresco dell’ottocento o forse no, forse in un vecchio film in bianco e nero, di quelli con Sophia Loren.

Eppure i colori sono vivi, le voci e i rumori anche. In questo contesto quasi surreale io e Laura ci mettiamo alla ricerca del Forum delle Culture, dove si tiene uno degli incontri del Festival Dieci Lune, ovvero “All’incrocio dei linguaggi: codici creativi a confronto”. La cosa nuova è che tra gli ospiti figura anche il mio nome.

L’esperienza è stata stimolante, chiacchierare delle forme del linguaggio con un poeta (Iago) e un graphic designer (Francesco Perchiazzi) mi ha lasciato una certa soddisfazione, la stessa – credo – che ho letto negli sguardi di chi ha assistito all’evento.

Armando Rotondi, direttore editoriale della Bel-Ami Edizioni, si è ben destreggiato con domande degne del massimo interesse, che hanno stimolato le giuste risposte.

Si è parlato di tante cose, tra le quali mi piace ricordare l’antologia horror di

Me medesimo durante uno scambio di battute

nuova uscita “Uomini e spettri”, la raccolta di poesie “L’alibi perfetto” e nientemeno che Knife, la rivista marchiata Nero Cafè.

Un’esperienza che valeva la pena provar e che, spero, si ripeterà in futuro, poiché il Festival Dieci Lune – pur alla sua prima nel mondo degli eventi letterari – ha saputo ritagliarsi una meritata fetta di notorietà.

Bacchiglione Blues, di Matteo Righetto

Ivo si prese cura della sua nutria bianca e nel pomeriggio ripassarono a memoria la seconda parte del piano B riprendendo in mano la carabina San Swiss, la Caracal e la Smith & Wesson, e preparandole a festa per l’importante incontro del giorno dopo. Ché, come diceva sempre Tito: per ottenere il meglio, prepararsi al peggio.«Avete seppellito per bene i due cadaveri?» aveva chiesto agli altri due quando furono di ritorno.«Meglio di così non si poteva. Non li troverà mai nessuno», disse Toni. Ivo rise e disse:«A parte i vermi. Scavando ne ho visti di bianchi e grossi come il mio pollice, cazzo. Si chiamano camminatori della notte… Sai che scorpacciata si faranno
Eccoli qua, Tito, Ivo e Toni, tre delinquenti senza scrupoli e con il quoziente intellettivo di un camminatore della notte, per dirla alla Ivo-maniera. Il libro ci mostra come la stupidità umana possa mandare all’aria un piano che, sia pur imperfetto, aveva buone basi per andare a buon fine.Tito, il meno cerebroleso del gruppo, organizza il rapimento della bella moglie di un ricco industriale del padovano. Ivo, fissato con qualsiasi tipo di animale, specie se raro, e Toni, il rompipalle del trio (sempre per dirla alla Ivo-maniera), non lesinano colpi di testa e discussioni da osteria durante tutto lo svolgimento della vicenda, strappando più volte il sorriso al lettore.
Certo, si tratta di un divertimento amaro, incentrato sul compatimento per l’idiozia dei personaggi, che non potrà che condurli verso un finale inevitabile, sia pur scontato.Il ricco industriale e il suo braccio destro, per liberare la sfortunata donna, decidono di coinvolgere un’altra banda di criminali. Così, mentre è in corso il Bacchiglione blues Festival, le due fazioni movimenteranno un po’ le cose, diffondendo il caos durante il concerto di un gruppo locale, scatenando un inseguimento in auto che li porterà fino in cima a una montagna.

Le ambientazioni sono suggestive, campi di barbabietole avvolti in una grigia nebbia, torme di insetti a infestare la zona, un silenzio colmo di un’aria asfissiante.

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In uscita Lo sguardo sul Maelstrom

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È uscito Lo sguardo sul Maelstrom, raccolta dei racconti vincitori e finalisti del premio Short Kipple 2011.

Dal sito della Kipple:
11 viaggi nel mistero, che indagano il mondo dell’orrore, della deriva tecnologica, degli incontri straordinari, dei personaggi incredibili.
Le Storie sono a firma di Giuseppe Agnoletti, Domenico Mastrapasqua, Daniele Picciuti, Grazia Gironella, Maurizio Del Santo, Marco Parlato, Filippo Radogna e Dario Moroni.
Il meglio di un anno di fantascienza “Kipple”.