Archivio | J ottobre 2012

Voglio pubblicare e voglio pagare, cazzo!

ImmagineChiariamo. Non è mio, il pensiero nel titolo, ma era un po’ che volevo parlare di quest’argomento. Oggi ho deciso che avevo cinque minuti per farlo.

Cominciamo a parlare di questo termine: editoria. E “grassettiamolo”, che è meglio.

Ancora una volta, in uno degli apocalittici post di Laura sull’editoria – appunto – qualcuno scende a difendere gli EAP, Editori A Pagamento. Che poi editori non sono, visto che il mestiere dell’editore è pubblicare un libro e promuoverne la vendita. Gli EAP dovrebbero essere chiamati con il loro vero nome: stampatori. Oppure potremmo inventarci un altro acronimo, tipo SDI, Stampatori di Illusioni.

Ecco, sei un emergente e vuoi pubblicare, ma:

a) non sei bravo abbastanza;

b) non sei sveglio abbastanza;

c) non sei umile abbastanza;

d) sei pigro oltre ogni immaginazione;

e) non hai problemi di soldi oppure sì ma chissenefrega che il tuo nome su una copertina vale mille euro (o duemila, o tremila)

f) non capisci un cazzo di marketing;

g) ti hanno detto che sei esordiente e gli esordienti pubblicano solo se paghi l’editore e tu ci hai creduto e non hai svolto indagini, non sei andato sul web e non hai trovato i millemila posti dove si dice che “non è vero!” e “gli EAP o SDI sono truffatori legalizzati” e “ci sono le liste paradiso-inferno-purgatorio e similari”, dove sono elencati per nome e cognome o denominazione sociale gli EAP e quelli buoni, che non ti chiedono soldi ma cercano solo vero talento o, magari, buone storie su cui darci dentro con un buon editing. Ecco alcuni link per voi: Lipperatura, Scrittevolmente, Studio83, Writer’s Dream, Scrittori in causa, Bookblister.

E si potrebbe continuare con l’alfabeto, chiaro…

Scrivo qui quello che ho scritto più volte da altre parti.

Se io sono un EAP e tu mi paghi e, ripeto, MI PAGHI. Facciamo mille euro per cento copie. Un bel forfait. Quelle copie mi costano al massimo 300-400 euro tenendomi largo (parliamo di 250-300 pagine). Prezzo tra i 2 e i 4 euro cadauna. Ho già un guadagno netto di 600 se non conto male. L’autore CREDE che io lo promuoverò, lo pensa davvero o forse lo spera. Forse conta sul fatto che è nell’interesse dell’editore promuovere l’opera per venderla!

Ebbene ha ragione, è così… se io fossi un editore. Cioè se quell’EAP o SDI cui si è rivolto guadagnasse sulle vendite e non – come, Cristo, accade – su quello che stampa. E io che sono stato così furbo da sfruttare i sogni dell’esordiente, il suo ego immane, la sua smisurata sete di vedere il proprio nome su una stramaledetta copertina, il suo ingenuo narcisismo… io, Stampatore Di Illusioni, per quale oscuro motivo dovrei impegnarmi a contattare distributori, promuovere il libro nelle fiere, fare presentazioni (spendendo una quantità di tempo e denaro inutili) su quel libro lì che mi ha già dato di che campare, quando posso sfruttare un buon centinaio di altri polli nello stesso identico e – privo di costi e di rischi – modo?

Vi sembrerò infervorato. Direte: eccheccazzo, tu devi rispettare questi poveri autori che sono stati gabbati. Rispetta i loro sogni! Forse qualcuno è anche bravo…

Sì, sì, sì. Certo.

Ma io parlo così perché ci sono passato di persona, nel 2005.

I lupi della bruma, che ora vi potete scaricare qui free dal mio blog, un tempo mi sono costati 750 euro in copie (che grazie a Dio mi sono rivenduto). E poi il silenzio. Ma, nel 2005, non c’era l’informazione che c’è adesso e comunque non ho mai finito di pentirmene. Oggi, pagare per pubblicare, significa ignorare tutte le informazioni liberamente disponibili in rete.

Certo, direte voi, ma se io sono un pessimo scrittore ma sogno di pubblicare, che cosa devo fare?

Che vi devo dire, andate su Ilmiolibro – sebbene ne abbia una certa repulsione – o alla tipografia sotto casa e stampatevi un tot. di copie per amici e parenti. Spendete i soldi, ma sapete di spenderli per quella finalità lì. Ma non pensate certo di intasare il mondo editoriale con i vostri pessimi libri. Non editati – perché gli EAP non perdono tempo in editing e voi siete troppo montati per pensare che il vostro adamantino testo abbia anche solo lontanamente bisogno di una revisione – e magari pure impaginati male, perché non viene usato un programma di impaginazione ma il buon caro vecchio Word. Vi sembra corretto verso chi, ingenuamente, si potrebbe trovare a comprare – in via del tutto eccezionale – il vostro libro?

Noi di Nero Press, per i libri che pubblichiamo e pubblicheremo, non chiediamo e non chiederemo mai un centesimo all’autore. Perché è la qualità che ricerchiamo e non la quantità.

Potreste obiettare che “ehi, io sono un fenomeno letterario! Sono gli altri che non mi capiscono” al che dovrò togliermi tanto di cappello ed ammettere che, come ha detto  una volta il mio editore (quello buono, Bel-Ami, con cui ho pubblicato I Racconti del Sangue e dell’Acqua) durante una conversazione sull’argomento, “non si può salvare chi non vuole essere salvato”.

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