Pacific Rim, questo grande parco giochi…

pacific-rim-poster-imageImpressioni a caldo.

Un film dalla sceneggiatura banale, scontata, personaggi e situazioni che sono ormai stereotipi del genere. Ci sono i russi in stile Ivan Drago, i cinesi deficienti che giocano a basket – o erano thailandesi? Boh, durano troppo poco per capirlo – il bullo che deve prendere di petto il nostro “eroe” per farsi odiare un pochino e creare attrito nel gruppo, la ragazza dal passato tormentato, il comandante tutto d’un pezzo.

E poi ci sono i discorsi in stile Indipendence Day, gli atti di eroismo, i sacrifici per il bene dell’umanità, i personaggi-macchietta, un cameo di Ron Perlman come ne ha fatti tanti con quel sigaro tra le labbra – e per carità! meno male che c’è lui… – e tutto, tutto, tutto dannatamente prevedibile.

Quello che ti aspetti che accada, puntualmente si verifica. Non una sorpresa, non un colpo di scena. Tutto prettamente studiato per la commerciabilità del podotto. Perché è questo che la gente vuole. Semplicità, nessuna sorpresa in un film che deve divertire, nessun colpo basso in un prodotto che deve rispettare certe “regole” non scritte. E, soprattutto, nessun binario storto che possa buttarti giù da quelle che sono le montagne russe più divertenti di quest’anno.

Perché sì, Pacific Rim è un parco divertimenti, dove tutto è fatto per impressionare, trascinare nei combattimenti che sono immensi, mastodontici, così incredibilmente realistici nella loro maestosità da lasciarti a bocca aperta e occhi spalancati.

Questa, e solo questa, la forza del film.

Film che, mi giunge voce, ha praticamente rubato storia e idee all’anime Evangelion.

Chissà se i giapponesi si saranno risentiti o, anche loro, saranno rimasti in sala estasiati dalla grandezza degli effetti speciali.

Da Guillermo Del Toro mi sarei aspettato di più ma, forse, ha pensato di lasciare per un momento le opere d’autore per mettere in piedi uno spettacolo da botteghino. Nella speranza che possa fare abbastanza soldi da poterci regalare nel futuro qualche altra opera – vera – come Il labirinto del Fauno, voltiamo pagina e cataloghiamo Pacific Rim come un “capolavoro degli effetti speciali e degli stereotipi all’americana”.

 

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Informazioni su Daniele Picciuti

Ultime pubblicazioni: Ritorno alla Mary Celeste (Dunwich Edizioni, 2013) I racconti del sangue e dell'acqua (Bel-Ami Edizioni,2011), Uomini e spettri (racconto in antologia, Bel-Ami Edizioni), Mistero (racconto in antologia, Il Mondo Digitale Editore). Presidente Ass.ne Cult.ne Nero Cafè Capo Redattore Magazine Knife Vice-responsabile Nero Press Edizioni

Una risposta a “Pacific Rim, questo grande parco giochi…”

  1. Fabrizio Valenza dice :

    Mi trovi perfettamente d’accordo. Questo film è la fiera della prevedibilità. Personalmente, non mi sono nemmeno goduto più di tanto, perché dopo mezz’ora stavo già sonnecchiando… ma forse sono io, in questo caso, l’elemento strano. 🙂

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