Lettura estiva: Codex Gilgamesh
Confesso di non avere una grande esperienza di letture di genere steampunk, sebbene mi intrighino sempre molto queste ambientazioni vittoriane colme di macchine e armi a vapore gigantesche e frastornanti.
Non avevo mai letto prima nulla dell’autore di questo Codex Gilgamesh, ma ho scoperto che Uberto Ceretoli aveva già pubblicato diverse cose, tra le quali due romanzi con la casa editrice Asengard.
Due premesse, quindi, che mi hanno spinto a osare e acquistare il libro.
Voglio iniziare col dire che mi è piaciuto. Ceretoli riesce a ricreare un’ambientazione particolareggiata ed evocativa al tempo stesso, pur utilizzando una quantità di termini desueti che, se da una parte rallenta e a volte ingolfa la lettura, dall’altra non può che calare il lettore ancor più in quel mondo alternativo che è riuscito a comporre, pezzo a pezzo. E l’impalcatura è salda, la documentazione che sta alla base delle nozioni fornite a chi legge è ben organizzata e a fine libro troviamo un’appendice con le fonti storiche e le forzature narrative messe in atto (cosa che un Dan Brown qualunque si guarderebbe bene dal fare, ingannandoci con le sue fantasiose -pur interessanti – congetture, spacciate per fatti storici assodati).
I personaggi calati sulla scena sono molti e, tra i nomi più importanti, ricordiamo quello di Leonardo Da Vinci (Dan Brown forse ne sarebbe lieto!), Cleopatra e Gilgamesh. Ma come non menzionare il folle Jumpin’ Jack e la gelida e letale Eudora, nonché il barone Victor Von Frankenstein, genio malvagio a cui si devono le resurrezioni di simili imperdibili personaggi.
La storia mi ha ricordato a tratti certe ambientazioni dei film di Indiana Jones, storie di archeologia e paranormale fuse insieme che sfociano nel mistico e nell’ultratecnologico. Il livello linguistico, come anticipato, è alto, forse eccessivo a volte, ma calza con l’epoca vittoriana e gli usi dei suoi abitanti. Spesso si ha l’impressione che alcune situazioni vengano reiterate un po’ troppo, qualche stonatura qua e là si nota, anche nei dialoghi e nelle battute fuori luogo, soprattutto dove l’azione è concitata, ma lasciatemi dire che sono aghi nel pagliaio.
La nota forse più dolente è, invece, non aver esplorato a fondo proprio i personaggi storici più importanti. Personalmente avrei tolto un po’ di scena a Jack in favore di Leonardo e della Regina Egizia. Da lettore, mi sarebbe piaciuto conoscerli meglio.
Nel complesso un buon libro che mi sento caldamente di consigliare.