LUCY (ovvero come Scarlett Johansson si trasforma in un Dio nel tempo di una fottuta partita di calcio)
Lo attendevo molto questo film, devo riconoscerlo. Vuoi perché Scarlett Johansson è quello che è, vuoi perché il veterano Morgan Freeman è quello che è, vuoi perché il regista Luc Besson è quello che è, vuoi perché il cervello umano ha talmente pochi neuroni attivi che uno si aspetta che, tutto sommato, Scarlett, Morgan e Luc possano bastare a garantire la qualità di un film, o almeno la sua godereccia visione.
Ecco, diciamo che questo dei pochi neuroni attivi è un bel problema, è di fatto il tema portante della storia; il professor Freeman spiega a una folta platea, durante un convegno, che il cervello umano utilizza solo il 10% delle sue facoltà ed emerge il grande interrogativo: quali effetti potrebbero verificarsi nel caso in cui tale percentuale aumenti?
Ce lo spiega Luc Besson e lo fa attraverso il corpo di Scarlett Johansson, che quella sera stessa invade lo spazio vitale del professore comparendo simultaneamente al telefono, in tv e sul portatile del disgraziato Un Morgan Freeman che appare un po’ chiuso a riccio, in una parte che è francamente un po’ una palla.
Cosa che naturalmente non si può dire di Scarlett, che sembra qui prendere un po’ le mosse da Vedova Nera, trasferita dalla sede degli Avengers direttamente a Taiwan, un posto pieno di coreani incazzati e sanguinari che, pur di riprendersi tre buste contenenti una nuova droga sintetica, non esitano a dichiarare guerra alla polizia internazionale, arrivando fino agli Champs Elysées. La droga, spieghiamo, non è quella cosa capace di aprire la mente umana fino a farle raggiungere il 100% delle sue facoltà, non nella realtà almeno. Lo fa solo questa qui. Ma, chiaramente, i bruti non hanno fatto i conti con Vedova Nera – aehm, pardon! Lucy – qui riplasmata nelle sembianze di una studentessa capitata nel posto sbagliato con l’uomo sbagliato.
Il film è divertente? Sì, lo è. Inseguimenti, scene comiche, molta azione, la giusta dose di fantasia mista a qualche frammento di scienza. Effetti speciali discreti, soprattutto quando lei rischia di polverizzarsi sull’aereo perché le sue cellule vanno in astinenza e rischiano di disintegrarla.
C’è pure un simpatico poliziotto francese (Amr Waked) che fa espressioni pittoresche ogni volta lei si lascia andare a una prodezza soprannaturale. Fa un po’ pena, in realtà, ma ha la faccia giusta per la parte che interpreta.
E quindi, direte voi, ti è piaciuto o no? Dal titolo non sembra.
Ecco, il punto è questo. Mi sarei aspettato di più. Pensavo fosse un film “da non perdere” ma la realtà è che è solo un film “da vedere”, sapendo che comunque non c’è nulla di nuovo rispetto al già visto universale.
Ok, me l’hai ucciso. Aspetterò che esca in tv.