Le lacrime del drago, di Dean R. Koontz
Il Terzo Occhio è andato a spulciare nella sua biblioteca impolverata, alla ricerca di un vecchio libro da recensire. Molti i titoli esposti tra gli scaffali, ma nessuno ha attirato la sua attenzione. Fino a quando la pupilla non si è dilatata, mettendo a fuoco questo titolo: Le lacrime del drago, di Dean R. Koontz.
Il romanzo risale agli anni Novanta ma, lasciatemelo dire, è scritto dannatamente bene. La storia “acchiappa” nel vero senso della parola, la follia dilagante e il pathos visionario di Koontz strappano il lettore dalla sedia e lo teletrasportano sulle strade devastate dalla criminalità californiana. E poi, ancora più in profondità, nella mente malata di un serial killer dotato di poteri paranormali.
Un enorme abitatore delle strade, un buon metro e novanta, ripugnante e vestito di stracci, stava davanti a lui, a non più di un passo. La sua faccia era sfigurata da cicatrici e piaghe purulente. Gli occhi erano stretti, poco più che due fessure, incrostati agli angoli da una biancastra cistosità gommosa. L’alito che usciva tra i denti marci del barbone, tra le labbra putrescenti, era così fetido che Harry ebbe un conato di vomito.
“Tic tac, tic tac” ripeté il vagabondo.