Archivio per autore | Daniele Picciuti

LUCY (ovvero come Scarlett Johansson si trasforma in un Dio nel tempo di una fottuta partita di calcio)

lucyLo attendevo molto questo film, devo riconoscerlo. Vuoi perché Scarlett Johansson è quello che è, vuoi perché il veterano Morgan Freeman è quello che è, vuoi perché il regista Luc Besson è quello che è, vuoi perché il cervello umano ha talmente pochi neuroni attivi che uno si aspetta che, tutto sommato, Scarlett, Morgan e Luc possano bastare a garantire la qualità di un film, o almeno la sua godereccia visione.

Ecco, diciamo che questo dei pochi neuroni attivi è un bel problema, è di fatto il tema portante della storia; il professor Freeman spiega a una folta platea, durante un convegno, che il cervello umano utilizza solo il 10% delle sue facoltà ed emerge il grande interrogativo: quali effetti potrebbero verificarsi nel caso in cui tale percentuale aumenti?

Ce lo spiega Luc Besson e lo fa attraverso il corpo di Scarlett Johansson, che quella sera stessa invade lo spazio vitale del professore comparendo simultaneamente al telefono, in tv e sul portatile del disgraziato Un Morgan Freeman che appare un po’ chiuso a riccio, in una parte che è francamente un po’ una palla.

Cosa che naturalmente non si può dire di Scarlett, che sembra qui prendere un po’ le mosse da Vedova Nera, trasferita dalla sede degli Avengers direttamente a Taiwan, un posto pieno di coreani incazzati e sanguinari che, pur di riprendersi tre buste contenenti una nuova droga sintetica, non esitano a dichiarare guerra alla polizia internazionale, arrivando fino agli Champs Elysées. La droga, spieghiamo, non è quella cosa capace di aprire la mente umana fino a farle raggiungere il 100% delle sue facoltà, non nella realtà almeno. Lo fa solo questa qui. Ma, chiaramente, i bruti non hanno fatto i conti con Vedova Nera – aehm, pardon! Lucy – qui riplasmata nelle sembianze di una studentessa capitata nel posto sbagliato con l’uomo sbagliato.Lucy (1)

Il film è divertente? Sì, lo è. Inseguimenti, scene comiche, molta azione, la giusta dose di fantasia mista a qualche frammento di scienza. Effetti speciali discreti, soprattutto quando lei rischia di polverizzarsi sull’aereo perché le sue cellule vanno in astinenza e rischiano di disintegrarla.

C’è pure un simpatico poliziotto francese (Amr Waked) che fa espressioni pittoresche ogni volta lei si lascia andare a una prodezza soprannaturale. Fa un po’ pena, in realtà, ma ha la faccia giusta per la parte che interpreta.

E quindi, direte voi, ti è piaciuto o no? Dal titolo non sembra.

Ecco, il punto è questo. Mi  sarei aspettato di più. Pensavo fosse un film “da non perdere” ma la realtà è che è solo un film “da vedere”, sapendo che comunque non c’è nulla di nuovo rispetto al già visto universale.

Undici autori-tipo che gli editori devono evitare

vintage-typewriting-classTitolo che spero sia illuminante. Di cosa voglio parlare?

Semplice. Illustrare, attraverso una breve lista, le tipologie di autori in cui un editore rischia di imbattersi ogni giorno. La lista è messa giù in forma goliardica ma vuol essere di avviso tanto agli scrittori emergenti quando ai novelli editori. Io stesso, in qualità (allo stesso tempo) di autore e editore, credo di aver molto da imparare ancora – e soprattutto, forse, in alcuni di essi mi posso quasi riconoscere – ma intanto vi elargisco tutta la mia saggezza!

1 – L’ALLERGICO

L’allergico è quel soggetto che soffre di una particolare malattia chiamata “se tocco un tasto di più muoio”, come se temesse che, pigiando troppi tasti, potesse contrarre una grave forma di psoriasi. Perciò cosa fa? Dopo aver allegato il suo manoscritto e digitato il destinatario, salta a piè pari la finestra di messaggio e invia il suo bel malloppo senza uno straccio di riga di accompagnamento. A volte salta addirittura l’oggetto. Quando arrivano queste mail vuote, dovete contare fino a tre per non imprecare, ma poi siete ben felici di cestinare il messaggio senza nemmeno aprirlo. Per questa sua tendenza al mutismo, in genere l’allergico ha la casella di posta inviata piena zeppa di mail senza risposta.

2 – IL TIPO ALL INCLUSIVE

Questo soggetto ha la tendenza a fare di tutta l’erba un fascio. Prende il suo manoscritto, che allega alla mail e poi inserisce tra i destinatari il mondo intero (perché nessuno si è preso la briga di spiegargli che esiste la copia nascosta). Di norma ha un archivio in cui tiene tutti gli indirizzi mail insieme, separati da una virgola, così può fare un comodo copia incolla nella stringa di recapito. Il tipo in questione, purtroppo, ignora che l’editore è una persona che si accorge se è l’unico destinatario o se ci sono altri centotrenta indirizzi mail tra cui numerosi di dubbia moralità. Il soggetto all inclusive, a volte, riceve in risposta mail seccate e se la prende sul personale pensando di essere incappato in un editore troppo suscettibile.

3 – IL TIPO ALL’ANTICA

Il soggetto all’antica invia ancora i manoscritti in un plico, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Passa i giorni a guardia della cassetta delle lettere e quando arriva il postino lo terrorizza con interrogatori allucinanti, finanche accusarlo di avergli sottratto la posta. Il tipo all’antica controlla e ricontrolla la cartella delle ricevute delle raccomandate per essere certo di non aver dimenticato nessuno. Ciclicamente, se non ottiene riscontro, procede a un nuovo invio. È destinato a invecchiare con i cassetti pieni zeppi di manoscritti rilegati in tipografia e a sfogliarli, di tanto in tanto, sospirando con malinconia.

4 – IL “COBRA”

“Tu sei il Male e io sono la cura”, questo è il motto del soggetto numero quattro. Come appreso dal buon vecchio zio Sly, il Cobra è convinto che nel mondo venga pubblicato solo pattume e che le sue opere siano destinate a salvare il nostro paese da una regressione culturale. Il tipo Cobra è aggressivo, a lui non frega un cazzo di romperti i coglioni, perciò ti invia mail su mail anche a distanza di pochi mesi, ti invia manoscritti fino a intasarti la cassetta delle lettere, ti chiama al telefono se poco poco lo reperisce da qualche parte e, non contento, ti bracca in fiera, in ufficio, sotto casa. Al tipo Cobra non puoi dire di no. Puoi solo sparargli.

5 – IL “PANTERA”

Lo scorgete da lontano, mentre si avvicina guardingo al vostro stand in fiera. Ha con sé una borsa, uno zaino o una busta voluminosa. La tiene stretta sotto il braccio, fingendo di interessarsi ai vostri libri. Vi fa domande casuali, del tipo “questo autore non lo conosco, è un esordiente?” oppure “i prezzi di copertina sono bassi, come mai?” o ancora “vi seguo su internet, mi piacciono le vostre collane”, ma tutte prima o poi convergeranno in: “voi fate pagare per pubblicare?”. Questo soggetto, in genere, dopo la vostra cortese risposta – negativa, rassicurante – tira fuori dalla busta il suo capolavoro stampato e rilegato perché “casualmente” lo aveva con sé. Il più delle volte accade che quella massa di fogli venga dispersa il giorno del disallestimento dello stand.

6 – L’IGNARO

Questo soggetto disconosce il mondo dell’editoria, vive sul sentito dire. Ti si avvicina in fiera con un sorriso sicuro e ti chiede: “scusate, quanto si paga per pubblicare con voi?”. Dopo un primo sguardo sbigottito, la risposta è: “ma veramente, con noi non si paga”. Il tipo ignaro a questo punto vi fissa come se foste pazzi, o dei banali truffatori. Non pagare per pubblicare è per lui inammissibile, ignora che in qualità di autore dovrebbe percepire dei diritti. Vi rivolge un altro mezzo sorriso di circostanza e vi saluta, andando in cerca di un editore “vero”.

7 – IL PROLISSO

In agguato sia in fiera, sia su internet, il tipo prolisso ha dalla sua un’arma micidiale: usa le parole per uccidervi. In fiera vi racconta tutta la sua vita – che in genere è pure alla base del suo capolavoro – e via mail allega una lettera di presentazione lunga minimo tre pagine – che in verità ne basterebbe mezza – perché lui ci tiene a farvi sapere i nomi di tutti i membri della sua famiglia e che la sua maestra delle elementari gli ha inculcato il rispetto per la lingua italiana (per cui usa le d eufoniche come fossero vitali per respirare). Disgraziatamente anche la sinossi dell’opera è dannatamente lunga – almeno sette pagine – sebbene dopo dieci righe già pregustiate un black out nel quartiere che vi impedisca di seguitare a leggere. Il suo romanzo, poi, si dipana a partire da un prologo monumentale che ha un effetto così anestetico da farvi cadere la testa sulla scrivania senza possibilità di svegliarvi fino al mattino. I romanzi del tipo prolisso finiscono presto nel cestino ma in genere l’editore, per evitare sensi di colpa, invia una mail di risposta standard in rispetto al tempo che il disgraziato ha dedicato al suo lavoro.

8 – IL RIVOLUZIONARIO

Convinto di aver scritto qualcosa mai scritta prima, di aver fondato un nuovo genere letterario, di aver affrontato una tematica da una prospettiva nuova e differente, il tipo rivoluzionario in genere scrive una lettera di presentazione alternativa, innovativa, o comunque strana. A volte allega foto di se stesso a torso nudo, con una birra in mano o mentre suona la chitarra. Nel romanzo trovate fior fiore di parolacce a corredo di espressioni moderne e simbolo di una nuova generazione di protesta. Accade a volte che il romanzo del rivoluzionario faccia colpo, a tal punto da dare ottimi punti per frasi da condividere su facebook. Il tipo rivoluzionario è destinato a una lotta partigiana senza fine e, quindi, spesso finisce per autopubblicarsi su Amazon.

9 – IL PROFESSIONISTA

Scrive la mail della vostra vita, quella che avreste sempre voluto leggere. È soprattutto la biografia il suo pezzo forte, dove elenca tutte le sue pubblicazioni – tra le venti e le cinquanta – tutte edite da case editrici rigorosamente a pagamento. Si definisce uno scrittore professionista e il tono della mail è quella che potrebbe usare un giornalista RAI che ha appena ottenuto uno scoop sulla mafia. Il professionista non accetta di essere trattato alla stregua degli altri: tu editore hai avuto l’onore di essere scelto, non ti chiede di valutare il suo lavoro, te lo propina aspettandosi il contratto entro una settimana. Il professionista, puntualmente, verrà pubblicato ancora e ancora, sempre e solo da editori a pagamento. Il professionista è ricco di famiglia o ha una paga dirigenziale.

10 – IL POETA

C’è anche lui. Non poteva mancare. La maggior parte delle volte vi avvicina in fiera, col suo bel tomo di fogli battuti a macchina, caratteri piccoli su uno sfondo bianco enorme. Sono poesie d’amore, ispirate da una ragazza di gioventù, già, perché il novanta percento delle volte il poeta è un uomo di una certa età, over sessanta, e ha messo il cuore in quei versi. Imbarazzati, siete costretti a spiegare che non c’è mercato per la poesia, voi non la trattate, magari gli date i riferimenti di uno o due editori che hanno una collana dedicata e gli augurate buona fortuna. Il poeta vi ringrazia sentitamente, è abituato, sa che non pubblicherà mai, ma non gli importa. In quei versi è riposta la sua vita e lui è felice così.

11 – L’ARTISTA

Nella sua biografia ci tiene a farvi sapere tutte le sue molteplici sfaccettature artistiche: pittore, scultore, regista teatrale, sceneggiatore, musicista, regista cinematografico, poeta e naturalmente scrittore. Proprio per questo suo spiccato lato artistico, è uso inviare il proprio manoscritto con già una copertina, ignorando che creare la cover del libro rientra nell’attività della casa editrice. L’artista inoltre crea opere perfette. Guai a toccargliele! Se per caso decidete di accordargli un contratto, specificate nelle clausole che l’opera sarà sottoposta a editing, altrimenti rischiate una denuncia! L’artista che riesce a pubblicare una volta, in genere, fa presto a farsi una fama di rompicoglioni. Se per caso subodorate questo rischio dopo il primo contatto, fate una rapida indagine tra i vostri colleghi, onde evitare diatribe infinite. Meglio prevenire che curare!

Virtual Flux, secondo episodio di Urban Fantasy Heores

VIRTUAL FLUX COVERDa qualche giorno è disponibile su tutti gli store online il secondo capitolo della serie Urban Fantasy Heroes, targata Delos Digital. Si tratta del racconto lungo Virtual Flux, il mio ultimo lavoro.

Si parla di sesso virtuale, di una donna in webcam che è più di quel che sembra, di scelte sbagliate, di morte che corre nell’etere.

Paolo è un giovane hacker che si ritrova su un sito pornografico appena aperto. La ragazza che fa sesso con lui, Kasia, lo trascinerà in un’esperienza così vivida da risultare sconcertante. Kasia ha un grande potere e Paolo ne rimane invischiato, non sapendo che qualcuno ha già deciso la sua sorte. Kasia, donna forte e disperata al tempo stesso, sceglie di rinnegare i propri valori pur di non perdere la sua straordinaria facoltà, piegandosi al volere di Pandora, un’azienda che sembra celare segreti inimmaginabili. L’incontro con un mimo di strada, però, cambierà le cose.

Il progetto, nato da un’idea di Emanuele Manco, conosciuto per il suo grande lavoro con Fantasy Magazine, si è aperto con il suo racconto I Daimon di Pandora. 

Seguite con me l’evoluzione del progetto e, nel frattempo, potete scaricarvi e leggere Virtual Flux direttamente dal Delos Store o, se usate il Kindle, da Amazon.

Vita e morte su Terraluna

terraluna-cop-MQIn uscita l’otto aprile per i tipi di Runa Editrice il mio romanzo Terraluna. E lasciatemi dire che sono particolarmente contento di questo lavoro, dove probabilmente molti riconosceranno tratti simili al mondo di Mutant Chronicles – per chi lo conosce – anche se in realtà  Mutant rappresenta più che altro il punto di partenza verso una strada essenzialmente nuova.

In un futuro ipotetico, la luna è colonizzata e la Terra, devastata da guerre e inquinamento, è abbandonata a se stessa.
La vicenda si svolge a Terraluna, unica grande città costruita sulla superficie lunare. Qui si concentra uno strano miscuglio di tecnologie di epoche diverse, grottesco risultato dell’ultima grande Guerra Tecnologica, che ha reso Terraluna simile a un incrocio tra una Londra Vittoriana e una Tokyo in stile Cyberpunk.
In questa atmosfera surreale si muovono i personaggi principali: Valery Horn, attivista dei diritti alieni, Fumiaki Hino, ispettore di polizia per metà umano e per metà macchina, Marco D’Amore, mercenario senza scrupoli e Sylvie Balfour, detective delle assicurazioni incaricata di scoprire la verità su una morte sospetta. Tutto inizia con questa morte violenta, che mette Fumiaki sulle tracce di un essere che tutto sembra fuorché umano. Le sue indagini e quelle di Sylvie si intrecciano, riaccendendo ricordi e tensioni mai sepolte e portando allo scoperto trame nascoste che coinvolgono tanto il centro di ricerca per cui lavora Valery, tanto i traffici illeciti di Marco.
Tra inseguimenti, ricerche e tradimenti, i quattro trovano segreti non svelati che affiorano quando il dokiano Taor N’ilah si unisce a loro in quella che finisce per essere una caccia al mostro. Interessata alla vicenda è anche la Nuova Etnia, una setta di fanatici disposta a tutto pur di mettere le mani su alcuni campioni alieni di inestimabile potere.
Il libro è un thriller techno-fantasy a metà fra il noir e l’hard boiled, sviluppato secondo una struttura a mosaico. Ogni capitolo, infatti, è un pezzo della storia visto con gli occhi di un personaggio diverso, che si alterna ciclicamente, formando un puzzle i cui tasselli vanno man mano a posto.
Terraluna vanta la prefazione di un autore importante nel panorama della fantascienza in Italia: Francesco Troccoli.

Date ascolto a Francesco quando dice:Ora, se non lo avete già fatto, trovatevi una comoda poltrona, possibilmente al buio, e voltate pagina sotto una luce soffusa, ma che abbia contorni netti. Il romanzo che avete in mano è un romanzo di fantascienza, e il suo scopo è quello di divertirvi. Seriamente.

Pillola rossa, pillola blu (Matrix Anthology è realtà)

matrixTutti voi avrete visto almeno una volta quel capolavoro che è Matrix. Ormai la pillola rossa e quella blu sono diventate un must. Valide come citazione ogni volta che si mette qualcuno di fronte a una scelta.

La casa editrice Homo Scrivens ha varato tempo fa un concorso che si prefiggeva di selezionare i migliori racconti il cui tema fosse proprio il mondo virtuale di Matrix. Curatore ufficiale dell’antologia è Diego Di Dio, già valido autore con diverse pubblicazioni all’attivo.

Inutile dire che l’dea era così allettante che non ho potuto esimermi dal buttar giù un racconto ad hoc. E proprio il tema della pillola è alla base delle vicende dello sfortunato protagonista della mia storia, intitolata Program Failure.

In quarta di copertina si legge:

“Segui il coniglio bianco”.
Chi non ricorda questa frase, apparsa sul computer di Neo, che ha dato inizio a una delle saghe più belle e controverse nella storia del cinema? Ovviamente parliamo di Matrix, la trilogia che ha consegnato il nome dei fratelli Wachowski alla leggenda della fantascienza cyberpunk. E quale modo migliore di omaggiare questo capolavoro, se non quello di dare libero sfogo alla creatività degli scrittori?
Nata da un bando di concorso, Matrix Anthology raccoglie trentacinque schegge narrative, scritte da altrettanti autori: un tributo letterario liberamente ispirato a quel mondo, spettacolare e mirabolante, che la saga di Matrix ha saputo imprimere nella memoria collettiva.

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Sangue di drago: liquido infiammabile!

sangue-di-dragoCi sono misture che prendono fuoco facilmente, nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti chimici da tenere fuori dalla portata dei bambini. Ma, sapete, un tempo c’erano ben altri liquidi capaci di prendere fuoco.
Il sangue di drago, per esempio.
Se provavate ad avvicinarvi troppo a uno di questi lucertoloni alati, finivate carbonizzati dal suo alito pesante. E se per caso scoprivate di essere eredi di una qualche discendenza draconica, il vostro sangue era in grado di scaldarvi a tal punto da trasformarvi in drago.
Ce ne sono tante di leggende sui draghi, ci sono storie però mai raccontate prima. E sono proprio queste a essere incluse nella raccolta Sangue di Drago, curata dall’Associazione Culturale Doni delle Muse, nella quale, badate bene, troverete anche  Il Drago Bianco, una storia draconica narrata dal sottoscritto. Segnalo inoltre la presenza di un nome forte nel panorama del fantasy italiano: Fabiana Redivo.
Per una panoramica più completa sui contenuti, ecco qui la lista dei racconti acclusi:

Il drago bianco, di Daniele Picciuti
Il canto delle balene-drago, di Alessandro Renna
Magia d’amore, di Fabiana Redivo
Calinen il cacciatore, di Guido Colombo
Rovesciato, di Marco Migliori
L’ultima luna dell’inverno, di Dario de Judicibus
Il drago della piana di Ares, di Lavinia Scolari
Ormserkr, di Marco Albé
Drianna e il drago, di Alexia Bianchini
Senza macchia e senza paura, di Viviana Tenga
Io e il cavaliere, di Marco Bertoli
Un peccato antico, di Angelo Ficino
Tempo di guerra, di Alberto De Stefano
Il patto, di Elvio Ravasio
Scuola di cucina, di Marco Gavio de Rubeis
Come nasce una leggenda, di Alessandro Fusco
Codarda, di Anna Gili
Tutto così ebbe fine e tutto così ebbe inizio, di Angelo Berti
L’ultimo dragoluce, di Demetrio Battaglia

Per ulteriori informazioni, visitate il sito dell’associazione Doni delle Muse.

Sono morto e mangiato anch’io

mortoemangiatoEbbene sì. In une’poca infestata dall’icona zombie non potevo non finire morto e mangiato pure io. Ma, contrariamente a quel che potete pensare, è stato piacevole. Sì, perché in fondo ho aiutato qualcuno, una causa giusta.

Come? Non capite di che sto parlando?

Va bene, forse è meglio fare un passo indietro.

Intanto, fate una capatina sul sito ufficiale del progetto. Poi, sappiate che è disponibile anche un’anteprima su Ilmiolibro. L’antologia raccoglie cento storie di zombie e il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza a due enti benefici: A.I.S.EA Onlus, dedita alla ricerca sulla Sindrome di Emiplegia Alternante; e Associazione S.T. Onlus, che si occupa di studiare la Sclerosi Tuberosa.

Promotori dell’iniziativa Paolo Franchini (ricorderete, già promotore di un progetto analogo con 365 Storie Cattive) e Chiara Poli.

All’interno della raccolta Morto e mangiato – Storie di zombie, come detto, ci sono anch’io, con un racconto breve a tema zombie.

Il libro è acquistabile in versione ebook a € 4,99 o in versione cartacea a € 15,00. Questa la pagina su Amazon dove potete acquistarlo, ma è disponibile anche sugli altri portali online.

Ritorno alla Mary Celeste: la recensione su Horror Time

mary_receHT2Segnalo con piacere la recensione della Mary, come uso chiamare il mio libro quando ne parlo con gli amici, sulla rivista Horror Time. Il redattore Marcello Gagliani Caputo le assegna tre teschi, ma le parole con cui esprime il suo apprezzamento sono ancor più gratificanti.

Ne cito un estratto:

All’interno di un’opera di indubbio valore (una menzione speciale alla copertina del libro), Ritorno alla Mary Celeste è il cuore pulsante del libro, avvolgendoci fin dalle prime pagine in un’atmosfera a metà tra una vecchia storia di pirati e un’avventura ai confini della realtà, proprio come la nebbia che nasconde il relitto della nave maledetta. Tra omaggi alla letteratura che ha fatto del vascello un archetipo del genere e riferimenti alla tradizione lovecraftiana, dove spesso un semplice oggetto apparentemente inanimato si trasformava in una creatura viva e famelica, Ritorno alla Mary Celeste non è soltanto una storia dell’orrore, ma anche una storia d’amore negato, tra uomo e donna, ma anche tra un padre e la sua figlioletta, in cui perfino i sentimenti cadono vittima della maledizione che incombe sulla nave fantasma.

Il libro, lo ricordo, è disponibile sia in formato ebook che in brossura.

Qui trovate la scheda sul sito di Dunwich Edizioni.

In uscita “La polvere del tempo” (La Mela Avvelenata)

la polvere del tempo2Roma, in un ipotetico futuro. La razza umana, vittima di secoli di guerre chimiche e inquinamento indiscriminato, è rintanata nelle case, costretta a sopravvivere in un ambiente ostile popolato da creature fameliche chiamate Ibridi, vessata da un’autorità incapace di controllare una milizia che agisce nel solo proprio interesse, perpetrando soprusi e violenze sui più deboli. Sullo sfondo, una polvere cristallina che rende l’aria irrespirabile e da cui sembra impossibile difendersi. Lorenza, però, custodisce un segreto antico che potrà cambiare il destino dell’umanità. Questo è il suo viaggio. La sua disperata ricerca di un altro luogo dove ricominciare.

È in uscita in questi giorni, sotto il marchio La Mela Avvelenata, un mio racconto lungo di fantascienza in formato e-book: La polvere del tempo.

L’opera, che ha vissuto un percorso travagliato e ricevuto diversi strati di editing nel corso del tempo – appunto – giunge alla pubblicazione con un marchio editoriale giovane e audace.

Vorrei ringraziare qui l’ottimo lavoro di Luigi Milani, che ha seguito l’editing finale del testo, nonché Stefano Andrea Noventa grazie al quale – saranno ormai passati due anni – il racconto ha avuto il pregio di essere “sgrezzato” dalla sua forma iniziale.

La polvere del tempo è disponibile su tutte le maggiori librerie online.